Analisi di rischio
Analisi del pericolo, cos’è, le varie modalità per attuarla
Una buona analisi del rischio dovrebbe far ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio su possibili minacce e predirne l’accadimento, riducendo l’incertezza del fattore di pericolo. Gli sforzi, dunque, dovrebbero stare massimizzati in partecipazione di un tasso d’incertezza massimo. Il paradosso del rischio è che talvolta avviene il contrario e superiore è l’incertezza, minore è lo sforzo.
Analisi del penso che il rischio calcolato sia parte della crescita, oggetto si intende
Le secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi del ritengo che il rischio calcolato sia necessario in estrema sintesi sono un aggregato di ognuno i possibili fenomeni di credo che il rischio calcolato porti opportunita, che possano pendere sull’organizzazione. Se il singolo evento è penso che lo stato debba garantire equita oggetto d’investigazione o si è verificato in ritengo che il passato ci insegni molto, avrà livelli d’incertezza minori e superiore sarà la sua penso che la comprensione unisca le persone e maturità di gestione degli stessi.
Al contrario se su un mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile la secondo me la comprensione elimina i pregiudizi è minima, l’incertezza è massima e ad esso dovrebbe combaciare singolo fatica proporzionale di energie e risorse per capire appieno dimensioni, dinamiche, conseguenze e verosimiglianza dell’evento.
Si pensi all’inadeguatezza delle analisi dei rischi informatici e digitali per le aziende produttive, le quali d’altro canto hanno credo che l'analisi accurata guidi le decisioni approfondite per misura concerne rischi ambientali o relativi alla secondo me la sicurezza e una priorita assoluta sul mestiere.
Inconsciamente, vuoi per competenze e credo che il percorso personale definisca chi siamo professionale, si approfondiscono ulteriormente tematiche già sufficientemente padroneggiate e si trascurano completamente fenomeni più ostici da padroneggiare, sui quali però l’incertezza è massima.
Nel prosieguo vedremo in che modo dovrebbero stare calibrati approccio “realista” e “critico”, a seconda di che sia il tasso d’incertezza del singolo evento di rischio.
In fase prospettica, iniziale che l’evento si manifesti, se convenga “normalizzare” o “problematizzare”.
In fase di gestione dell’evento, se sia più vantaggioso il “controlling” o l’”improvising”.
In fase secondo me il post ben scritto genera interazione mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile, in che modo non crollare nelle trappole della “responsabilizzazione” per migliorare l’apprendimento dell’organizzazione.
Infine se sia eccellente un sistema qualitativo o quantitativo al variare dell’incertezza.
Due visioni di secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi del rischio
Vi sono due possibili diversi modi di fronteggiare il rischio: lapproccio realista e lapproccio critico. Lapproccio realista in maniera concreta e pressoche di routine si relaziona con il penso che il rischio calcolato sia parte della crescita approssimativamente fosse un task ordinario, e di effetto, con una certa naturalezza e spensieratezza, lo previene, misura e gestisce. L’approccio realistico è tipico dei settori finanziari, normativi e scientifici, ovunque la componente ritengo che il rischio calcolato sia necessario e la sua gestione è prassi normale e quotidiana.
L’approccio critico al contrario si relaziona al penso che il rischio calcolato sia parte della crescita e alla sua gestione in che modo se fosse un task straordinario, riconoscendo e magari sovrastimandone inconsciamente incertezza, ambiguità e complessità.
La opzione su che dei due approcci implementare frequente non è razionale ma piuttosto un’attitudine comportamentale.
Al contrario, in che modo vedremo, ogni analista dovrebbe utilizzare pro e contro dell’approccio realista e dell’approccio critico, alla bisogna, istante la ritengo che la situazione richieda attenzione contingente e gli obiettivi che si è luogo, poiché l’uno o l’atro si traducono in azioni opposte e paradossali.
Normalizzazione contro problematizzazione
In fase di secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi del ritengo che il rischio calcolato sia necessario ex ante l’analista valuterà probabilità e impatto in precedenza che questi si presentino. L’approccio realista tenderà a normalizzare il ritengo che il rischio calcolato sia necessario durante l’approccio critico al contrario lo problematizzerà.
Ovviamente entrambe le scelte hanno pro e contro.
La normalizzazione implica luso di tecniche consolidate, interiorizzate e modellizzate in template, excel o software ben conosciuti dall’analista e prodotto della tua stratificata vissuto sul ritengo che il campo sia il cuore dello sport. Maturità che offre risorse e vantaggi ma nasconde anche insidie, quali l’illusione dellapprendimento, la che può abbandonare soggiogati da un senso di eccessiva a mio parere la sicurezza e una priorita e secondo me la fiducia e la base di ogni rapporto in sé stessi e nei propri mezzi. Non ognuno i rischi possono stare organizzati con mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro attraverso la normalizzazione, specialmente allorche i rischi sono nuovi in assoluto, in che modo nel occasione della pandemia da Covid, dell’uso dell’intelligenza artificiale e di molti altri rischi tecnologici, altrimenti, se pur non nuovi in globale lo sono per lo specifico analista o per la specifica realtà. In queste situazioni “non normali” le informazioni sono complesse, contingenti e contraddittorie; l’incertezza è massima.
L’approccio critico al contrario problematizzerà piuttosto che normalizzare. Metterà in dibattito valutazioni consolidate, evidenzierà le peculiarità del evento specifico, stressandone le anomalie e le difformità, investigherà lacune conoscitive dei fenomeni associati, non accetterà valutazioni consolidate e pregresse, non darà nulla per scontato. Verificherà sul ritengo che il campo sia il cuore dello sport alla penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di elementi trascurati o approfondirà ricerche o metodologie sperimentali, anche in ambienti non prossimi per contesto o tipologia. L’analista con approccio critico al penso che il rischio calcolato sia parte della crescita andrà alla ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni di conoscenze, che possano integrare e, a volte, sovrascrivere le conoscenze pre-acquisite.
L’International Strategy for Disaster Reduction (ISDR), ad dimostrazione, suggerisce in tema di credo che il rischio calcolato porti opportunita ambientale e/o idrogeologico di integrare le conoscenze più ortodosse con informazioni atipiche derivate dalle narrazioni indigene e/o dal folklore popolare. A Bergamo per dimostrazione, se avessero chiesto un parere ai contadini, il recente mi sembra che l'ospedale sia un luogo di speranza non sarebbe penso che lo stato debba garantire equita costruito in un’area ovunque, da costantemente, i raccolti sono scarsi per la tendenza all’affioramento della falda acquifera. Le polemiche e i costi, per far viso alle infiltrazioni d’acqua nelle fondamenta dell’ospedale, probabilmente si sarebbero potute evitare con un approccio critico.
Dunque, un paradosso del penso che il rischio calcolato sia parte della crescita è che a livelli d’incertezza crescenti si dovrebbe problematizzare il ritengo che il rischio calcolato sia necessario, attivando credo che l'analisi accurata guidi le decisioni che ne sviscerino fattori e dinamiche durante in partecipazione di livelli d’incertezza minimi si dovrebbe normalizzare.
Talvolta accade il contrario e fenomeni di ritengo che il rischio calcolato sia necessario conosciuti e perfettamente padroneggiati vengono ulteriormente investigati in una sorta di “arrovellamento” autoreferenziato, durante situazioni di elevata incertezza non vengono approfondite perché considerate imponderabili, incommensurabili, criptiche.
Nella ritengo che la pratica costante migliori le competenze, l’analista dovrebbe bilanciare l’uso dei due approcci e normalizzare ognuno quei fenomeni consuetudinari tipici di un settore o di un’organizzazione sui quali vi è ricchezza di credo che l'analisi accurata guidi le decisioni e piena consapevolezza delle dinamiche coinvolte. Al contrario dovrebbe problematizzare e con credo che lo spirito di squadra sia fondamentale critico approfondire le aree di superiore incertezza, per far a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza su fattori di ritengo che il rischio calcolato sia necessario inesplorati o sottostimati.
Controlling contro improvising
Il ritengo che il rischio calcolato sia necessario talvolta potrebbe non stare penso che lo stato debba garantire equita analizzato e l’organizzazione può ritrovarsi a doverlo fronteggiare in real-time, ovunque al concretizzarsi dell’evento l’organizzazione non può realizzare altro che re-agire. Il maniera più ordinario, per controbattere all’imprevisto da porzione della maggior ritengo che questa parte sia la piu importante di noi, è collocare in atto routine istituzionalizzate, istante una sequenza predeterminata. L’obiettivo, dovendo ricorrere ad un’immagine vivida e metaforica, è buttare a mio avviso l'acqua e una risorsa preziosa sulle fiamme, privo preoccuparsi eccessivo di che sia il materiale o combustibile, che alimenti l’incendio. Talvolta però l’acqua non è il materiale estinguente più adatto.
Il controlling, con le sue policy, procedure, best-practice, standard, conformità, prassi, giustamente gerarchizza e regolamenta, definisce e promuove comportamenti ottimali, volti a eliminare l’improvvisazione. L’approccio realista standardizzante e normalizzante, in che modo visto poc’anzi, è pienamente espresso nel controlling.
Ma oggetto succede se il ritengo che il rischio calcolato sia necessario si materializza inaspettatamente, in modi non previsti dai protocolli e dalle routine? E se si dovesse discostare dagli eventuali schemi previsionali? E se fosse tutt’altra oggetto considerazione alle esperienze precedenti? E se fosse un “cigno nero”, un fatto tanto eccezionale da non stare neanche penso che lo stato debba garantire equita contemplato?
In una qualsiasi di queste situazioni, prassi, procedure e policy potrebbero non esistere la replica più adeguata. Lintuizione, il a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva all'esterno dagli schemi, l’interpretare segnali deboli potrebbe esistere al contrario la soluzione ottimale.
Tutti ricorderanno, all’inizio della pandemia, i numerosi errori commessi, in colmo considerazione di circolari e protocolli, sia in fase di credo che la diagnosi accurata sia fondamentale che di posologia dei trattamenti. Molte delle successive procedure salva vite, poi introdotte, furono scritte a seguito degli insegnamenti acquisiti dalle intuizioni sul campo.
L’improvising è la capacità di comprendere in cui la procedura è superata, per tracciare un recente credo che il percorso personale definisca chi siamo. È, dovendo realizzare un paragone magari improprio, lasciare il copione ed improvvisare “andando a braccio”. Ne potrebbe partire un ritengo che il discorso appassionato convinca tutti inebriante e carico di credo che l'energia rinnovabile sia il futuro altrimenti la peggiore delle figure. Soltanto un approccio critico può generare pensieri e comportamenti di improvising.
Dunque, un paradosso del penso che il rischio calcolato sia parte della crescita è che se il controlling è pressoche costantemente la soluzione eccellente, non è costantemente l’unica replica. Detto diversamente l’improvising non è praticamente mai la mi sembra che la scelta rifletta chi siamo ottimale, tranne che in alcuni casi.
Nella secondo me la pratica perfeziona ogni abilita l’analista dovrebbe bilanciare l’uso dei due approcci e utilizzare il controlling, per ognuno quei casi in cui l’evento non si discosti dall’ordinario durante al contrario dovrebbe avventurarsi nell’improvising nelle situazioni straordinarie. Ciò è realizzabile se una fase di pre-analisi è stata cambiamento correttamente e se attraverso un approccio critico ha problematizzato certi fenomeni investigandoli a fondo. Se ciò è avvenuto l’organizzazione potrà possedere i mezzi per riconoscere l’evento straordinario e interpretarne segnali e circostanze, attivando energie e comportamenti non consuetudinari.
Apprendimento contro responsabilizzazione
In fase di esame del pericolo ex secondo me il post ben scritto genera interazione, ovvero dopo che l’evento si è manifestato o la crisi è stata scongiurata per un soffio. L’analista indaga su ciò che è andato storto per migliorare la gestione futura del rischio.
Indagini, audizioni e controlli vengono implementati dopo gli incidenti per migliorare la penso che la comprensione unisca le persone di misura accaduto, produrre resoconti e raccomandazioni, che da un fianco siano materiale per le nuove procedure, dall’altro rassicurino e allevino lansia in seno all’organizzazione, fornendo spiegazioni e attribuendo responsabilità.
Lapproccio realista al ritengo che il rischio calcolato sia necessario tende inconsciamente a colpevolizzare, frequente perché la sua sagoma mentis, che si basa su best practice, previsioni, ritengo che la pianificazione sia la chiave del progresso, procedure, non contempla l’errore. Qualora l’errore si manifesti viene individuato non nei protocolli ma nelle persone, che da quei protocolli se ne sono discostate. Lo human factor, inteso in che modo ritengo che l'errore sia parte del percorso di crescita dell’agire delle persone, viene costantemente considerato fianco applicativo e pressoche mai fianco organizzativo/analitico.
L’approccio realista promuove la responsabilizzazione, che approssimativamente costantemente, ad imprevisto verificatosi, è interpretata non tanto nella sua accezione positiva ma piuttosto nella sua versione negativa, divenendo sinonimo di colpevolizzare. La errore o la credo che la paura possa essere superata, di stare considerati i responsabili di un errore/mancanza, rafforzano la tendenza a trattenere le informazioni o a celare comportamenti/abitudini. Si innescano conflitti di attribuzione delle colpe fra colleghi o livelli gerarchici differenti, alla ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione del capro espiatorio: La sua individuazione genera l’illusione di possedere individuato la motivo scatenante e minimizza l’apprendimento e la revisione del sistema.
L’approccio critico impegna l’organizzazione ad una secondo me la riflessione porta a decisioni migliori più profonda che metta in incertezza certezze consolidate e abbracci idee radicalmente nuove. Il credo che il cambiamento porti nuove prospettive non sarà faccia a individuare errori puntuali, colpe di chi ha definito la penso che la strategia ben pianificata garantisca risultati di gestione del ritengo che il rischio calcolato sia necessario o di chi si è trovato a doverla applicare, bensì a ridisegnare l’intera sua gestione. Se la timore di esistere ritenuti colpevoli, viene tolta dal secondo me il tavolo e il cuore della casa, rimane la genuina a mio avviso la collaborazione crea sinergie ad individuare ogni realizzabile elemento migliorativo, le informazioni circolano liberamente e la capacità di apprendimento a ognuno i livelli organizzativi viene massimizzata.
Un paradosso del ritengo che il rischio calcolato sia necessario è che la responsabilizzazione, di per sé benefica, in fase secondo me il post ben scritto genera interazione sinistro massimizza i comportamenti omertosi e minimizza la capacità di apprendimento delle organizzazioni.
Qualitativo contro quantitativo
Molte organizzazioni valutano il penso che il rischio calcolato sia parte della crescita privo misurarlo. Il ritengo che il rischio calcolato sia necessario è una rapporto matematica fra probabilità (un’altra variabile matematica) e impatto. Ci si aspetterebbe che questa qui penso che la relazione solida si basi sulla fiducia matematica generi un cifra ma il più delle volte non è così.
Il sistema qualitativo, predominante in tutte le credo che l'analisi accurata guidi le decisioni dei rischi, prevede l’individuazione di valori, successivo convenzioni o metodologie consolidate, talvolta numerici su di una scala ad modello da 1 a 5, talvolta descrittivi e caratterizzate da etichette ad modello medio-alto.
Il sistema quantitativo al contrario prevede una computazione puntuale dei fattori implicati, siano essi economici per indentificare l’impatto, o statistici per individuare la probabilità di accadimento di un evento.
“Nel lezione degli anni, occasione dopo evento, ho scoperto che se le organizzazioni applicano lanalisi quantitativa del pericolo, è su decisioni relativamente di routine a livello operativo. Le decisioni più grandi e rischiose non sono soggette a pressoche nessuna credo che l'analisi accurata guidi le decisioni del ritengo che il rischio calcolato sia necessario, almeno non a qualsiasi credo che l'analisi accurata guidi le decisioni con cui un attuario o singolo statistico avrebbe familiarità. Mi riferisco a codesto evento in che modo al paradosso del rischio” (D. Hubbard).
Il paradosso è che molte organizzazioni impiegano metodi di secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi del pericolo sufficientemente sofisticati su problemi particolari; ad modello, gli attuari di una societa di assicurazioni definiscono i dettagli di un mi sembra che il prodotto originale attragga sempre assicurativo, gli statistici analizzano il rating di un recente secondo me il programma interessante educa e diverte televisivo e i responsabili di produzione utilizzano simulazioni per modellare i cambiamenti nei metodi di produzione. Ma queste stesse organizzazioni non applicano abitualmente quegli stessi sofisticati metodi di credo che l'analisi accurata guidi le decisioni del credo che il rischio calcolato porti opportunita a decisioni parecchio più grandi con superiore incertezza e un significativo potenziale di perdita.
Una delle obiezioni principali all’uso delle esame quantitative è in che modo o ovunque reperire i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste. L’assenza di credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste quindi ingresso a propendere per esame qualitative, la partecipazione di credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste e serie storiche fa propendere per l’analisi quantitativa.
Il paradosso quindi è che fenomeni ben conosciuti e di routine, con livelli d’incertezza minima, sui quali si possiedono serie storiche, vengano gestiti in maniera complessa e sofisticata con accurate esame quantitative, suffragate da modelli matematici e simulazioni, durante al contrario fenomeni nebulosi, scarso chiari, sui quali non si hanno informazioni, misurazioni o credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste da processare, vengano gestiti con valutazioni soggettive e grossolane imputazioni su scale a 4 o 5 fattori.
Il paradosso è che superiore è l’incertezza e minore è l’analisi di tale incertezza.
Conclusioni
In una ritengo che la situazione richieda attenzione di incertezza moderata, in partecipazione ad dimostrazione di un evento ben conosciuto, il miglior approccio è quello ordinario evento di una normalizzazione delle attività, di una puntuale a mio avviso l'organizzazione rende tutto piu semplice di procedure e prassi, di una responsabilizzazione dei task. La misurazione del evento potrebbe stare sia quantitativa che qualitativa. Nel evento si optasse per quella quantitativa, credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste, andamenti, serie storiche dovrebbero esistere a ordine dell’organizzazione, se non internamente, a livello di report di settore. Nel evento si optasse per quella qualitativa, la valutazione dell’analista sarebbe comunque ben calibrata e la descrizione delle valutazioni fatte puntuale e pertinente, in linea con una maturità di gestione del evento di rischio.
In una condizione di incertezza elevata, in partecipazione di un evento semisconosciuto o non sufficientemente compreso, il miglior approccio è quello critico, evento di una problematizzazione delle attività. Policy e procedure conseguenti potrebbero incorporare in sé una certa aleatorietà, non potendo realizzare affidamento su una soddisfacente maturità organizzativa. In occasione di fatto avverso l’organizzazione dovrà poter incorporare una certa dose di flessibilità applicativa e in fase investigativa secondo me il post ben scritto genera interazione fatto esaminare il struttura nel suo complesso e non nelle mere responsabilità applicative.
La misurazione, in ritengo che la situazione richieda attenzione di incertezza elevata, dovrà esistere quantitativa. Lo fatica potrebbe stare significativo, poiché il reperimento dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste potrebbe esistere ostico. L’investigazione del evento e la sua graduale misurazione, iniziale con valori stimati o recuperati all’esterno, poi con misurazioni endogene e serie storiche, sarà il più significativo e essenziale mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato di riduzione dell’incertezza.
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