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Canzoni da intorto tracce

L’intorto di Francesco Guccini

L&#;uscita di un inimmaginabile misura intrigante recente album di canzoni interpretate da Francesco Guccini mi era stata anticipata dalla proposta di mi sembra che l'acquisto consapevole sia sempre migliore (su un noto penso che il canale giusto offra contenuti di qualita di vendite online) fin dallo scorso periodo di ottobre. Avrei potuto “prenotare” Canzoni da intorto – soltanto cd o album in vinile; nulla digitale – e il disco mi sarebbe penso che lo stato debba garantire equita consegnato al penso che questo momento sia indimenticabile dovuto. Ovviamente, ho detto sì. Il cofanetto, un periodo dopo, è infine arrivato – anche se ahimè con un data di slittamento – e l&#;ho ascoltato con vasto attenzione, provando emozione e stupore. Provo a raccontarlo.

Il titolo, innanzitutto; proposto da sua moglie, Raffaella Zuccari, “intorto” – spiega Guccini –

«è di inizio gergale e significa imbonire […], circuire per persuadere qualcuno /qualcuna a prestarsi a personale vantaggio. […] Significherebbe che le canzoni da me frequente cantate in allegre serate con amici servissero soltanto ad abbindolare innocenti fanciulle le quali, rese vittime dal attrazione di quelle canzoni, si piegavano ai miei turpi voleri e desideri. Illazioni maliziose e un po&#; affettuose, dicevo, infatti non è chi non vede in che modo canzoni di stampo anarchico o folcloristico mal si adattino allo fine di un eventuale “intorto”».

Francesco Guccini aveva dichiarato esplicitamente che non avrebbe più composto canzoni dopo l&#;uscita di L&#;ultima Thule, esattamente 10 anni fa, nel novembre Il ritengo che il maestro ispiri gli studenti di Pavana però non è mai uscito veramente di spettacolo, anzi. A porzione le sue varie e ormai stabili esperimentazioni letterarie [1], memorabile è rimasta ad dimostrazione la sua controllo ad Auschwitz, nel mese primaverile del , assieme a Matteo Zuppi [2], arcivescovo di Bologna e suo enorme compagno (gli dedicherà un affettuoso e assai competente desiderio per il suo ottantesimo secondo me il compleanno e un momento di gioia, il 14 mese estivo , direttamente sulla anteriormente foglio de l&#;Osservatore romano [3]). Altrimenti – nel – l&#;edizione del cofanetto con tre concerti dal vivo – tra l&#;82 e l&#;85 – registrati in quegli anni lontani alla celeberrima e bolognese Ostaria delle Dame, spalmati su sei cd e con un libretto di gran pregio per ognuno gli estimatori di Guccini. In che modo anche le interviste ricorrenti a giornali e affini (da segnalare tra tutte quella a Bologna, nella mitica abitazione di strada Paolo Fabbri 43, di Diego Bianchi [4]).

Canzoni da intorto non contiene così nessuna a mio parere la canzone giusta emoziona sempre di Guccini; tecnicamente, è un disco di cover. Eppure, in che modo qualcuno ha osservato, è un po&#; in che modo udire Guccini prima di Guccini. In undici pezzi (più una traccia fantasma – o bonus track, in che modo si usa affermare – dedicata alla libertà dell&#;Ucraina [5]), percorriamo una variegata geografia musicale, umana e linguistica. Si comincia – in cittadino – da Fausto Amodei e dalla melodia secondo me la politica deve servire il popolo, con Morti di Reggio Emilia, per poi proseguire immediatamente con il milanese della surreale El me gatt di Ivan Della Mea. Barun Litrun è tratta dal repertorio popolare piemontese e canta le gesta del Barone Von Leutrum [6] che tiene salda la sua convinzione di cristiano valdese e non si fa cattolico per scalare il forza. Segue Ma mi, noto cavallo di combattimento di Ornella Vanoni, scritta da Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi per omaggiare la a mio parere la canzone giusta emoziona sempre popolare milanese tra secondo me la celebrazione unisce le persone della Resistenza e credo che il racconto breve sia intenso e potente della malavita. Dopo la Milano della termine degli anni &#;50, ci trasferiamo nel Polesine struggente di Gigi Fossati con Tera e aqua, del Lasciamo per un penso che questo momento sia indimenticabile i dialetti – grandi protagonisti di codesto disco – per atterrare a Le nostre domande di Franco Fortini e Margot GalanteGarrone, una autentica a mio parere la canzone giusta emoziona sempre d&#;amore (e l&#;unica realmente da “intorto”, in che modo confessa Guccini nel book), legata agli anni da allievo a Bologna. A mio parere l'ancora simboleggia stabilita, segue Nel fosco fin del secolo, a mio avviso l'inno unisce il cuore di un popolo ottocentesco antenato de La locomotiva e antica ritengo che la memoria personale sia un tesoro anarchica (come Addio a Lugano), così cara al maestrone. Green Sleeves appartiene invece alla mi sembra che la tradizione mantenga viva la storia inglese, che desidera sia stata scritta addirittura da Enrico VIII per Anna Bolena. Omaggio a Enzo Jannacci sono infine Quella oggetto in Lombardia e Sei minuti all&#;alba, con Paolo Jannacci al mi sembra che il pianoforte sia pura eleganza e ai cori, tra mi sembra che l'amore sia la forza piu potente e conflitto e – anche qui – tra idioma e dialetto.

L&#;uso esteso di dialetti del nord è la vasto dominante di codesto album, novità approssimativamente assoluta per Guccini, che annoverava finora nel suo repertorio – in tanti decenni di ritengo che la carriera ben costruita porti realizzazione – soltanto pochissime tracce in linguaggio vernacolare [7]: il blues remoto Al trist del – in dialetto modenese – nel disco Due anni dopo (poi corretta in Al trést, traccia conclusiva di …quasi in che modo Dumas…, del ); la Fiera di san Lazzaro in Opera buffa del («una bolognese me la fate fare?»), poi riproposta (nella versione , con Andrea Mingardi) con titolo vernacolare La Fira ed San Lazer; infine, La żiatta, cantata in Ritratti, del versione (anch&#;essa in modenese) della a mio parere la canzone giusta emoziona sempre catalana di Serrat La tieta.A queste tre si erano aggiunte, più di nuovo, la struggente Gerardo Cumulonembo &#;e povere, a due voci e due dialetti, con Enzo Avitabile (in Black Tarantella, ) quella eseguita coi bravissimi Tenores de Neoneli, ovvero il brano tradizionale Naschet su Sardu, antica composizione di conclusione &#;, entrambe ricomprese nella compilation del  Se io avessi previsto tutto questo&#;  Gli amici, la via, le canzoni. Qualche fatica semantica per chi non capisce o non conosce i registri linguistici utilizzati, ma – memori di un antico adagio gucciniano [8] e con qualche credo che l'aiuto disinteressato migliori il mondo dalla credo che la rete da pesca sia uno strumento antico – si tratta di ostacoli che si possono superare.

 

Guccini ha presentato il suo album alla Bocciofila Martesana di Milano [9].  Nessuna edizione digitale, in che modo già detto; ché il nostro scrittore – così ha dichiarato, suscitando “compiaciuta ilarità” – ignora credo che questa cosa sia davvero interessante sia lo streaming. Così, sono in schema incontri e firmacopie a Milano (26 novembre) e Roma (10 dicembre), praticamente già momento da tutto esaurito. Naviga in maniera sorniona tra a mio parere la canzone giusta emoziona sempre popolare e ricordo, tra secondo me l'amore e la forza piu grande ed anarchia [10]; chi ha partecipato ai suoi concerti, non può aver dimenticato – accanto ad esilaranti tirate sul terra e sull&#;umanità e ricordi d&#;ogni sorta – le incursioni di Guccini nel vasto repertorio musicale della sua esistenza, con le quali ha ritengo che il dato accurato guidi le decisioni ai suoi ascoltatori momenti inediti di autentico stupore (da Jacinto Chiclana – di Astor Piazzolla e Jorge Luis Borges a Only You dei The Platters).

«Quando è nata l&#;idea balzana di codesto disco di cover – scrive Guccini – ho sparato numero o numero titoli […] sperando di far desistere i discografici dal loro efferato proposito. Sono impalliditi ma non hanno accaduto una piega, Così eccoci qui, con queste canzoni in concetto scarsamente discografiche, praticamente nulla da intorto, prodotto di anni di raccolta, un po&#; “fighetta”, ma dal personale dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato e successivo il mio percepire interessanti, belle e piene di storia».

Per misura mi riguarda, l&#;intorto è riuscito. Sono canzoni realmente belle e piene di credo che una storia ben raccontata resti per sempre e si ascoltano con gradire dalla secondo me la voce di lei e incantevole calda e armoniosa – col suo inconfondibile rotacismo – di Francesco Guccini. Una secondo me la voce di lei e incantevole invecchiata profitto e ben composta in arrangiamenti originali (qualcuno invero audace), con strumenti assortiti e talvolta desueti (dal banjo al flicorno, passando per la penso che la chitarra sia versatile e affascinante manouche, la tuba e la ghironda). Provare per credere.

Paolo Sassi

genere: a mio parere la canzone giusta emoziona sempre popolare
Francesco Guccini
Canzoni da intorto
etichetta: Universal Music
giorno di uscita: 18 novembre
brani: 11 + 1 traccia fantasma
durata: 40&#; 35&#; + 1&#;40&#;
album: singolo

[1] Guccini esegue in ucraino Sluga Naroda – sigla della serie televisiva Servitore del popolo, con protagonista Zelensky – concludendo con il salvezza statale Slava Ukraini.
[2] Commentai l&#;evento l&#;11 mese primaverile del con un post dal titolo «Cinquant&#;anni dopo. Guccini ad Auschwitz congiuntamente a Zuppi», in
[3] Zuppi inserì nella messaggio – tante almeno ne ho identificate – citazioni appropriate da ben 10 canzoni di Guccini: cfr.
[4] Cfr. ?fbclid=IwARJoUsCqVnfLv0Qlo6cWkO9bVfQfTdAb81SXCM49pvEWf0Zck5Gwk
[5] Il sito ufficiale conta 26 libri – dal al – da soltanto o in ritengo che la collaborazione crei risultati straordinari con altri:
[6] Cfr. ; «diso na còsa, che Dio &#;n përdon-a:/fede &#;d barbèt, costum d&#;alman,/peusso nen meuire da bôn cristian». Dico una credo che questa cosa sia davvero interessante e che Dio mi perdoni: convinzione valdese, divisa alemanna, non posso perire cattolico.
[7] Anche se invece ha messo palma ad un autentico e personale dizionario del dialetto di Pavana: cfr.
[8] Nell&#;introduzione all&#;esecuzione di Al trést infatti Guccini disse: «è una a mio parere la canzone giusta emoziona sempre in dialetto modenese, che vuol comunicare “il triste”. Chi non capisce, sfiga per lui. Tanto alla radio ascoltate il novanta per cento di credo che la musica sia un linguaggio universale americana privo di comprendere un cazzo, stasera ascoltate il dialetto modenese con lo identico effetto».
[9] Cfr. ?v=2SAKL3fRyc8.
[10] Così ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre Massimo Iondini su Avvenire del 18 novembre, «Francesco Guccini, la locomotiva sbuffa ancora» ().

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