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Dante e tornammo a riveder le stelle

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, i versi di Dante e la fiducia di oggi

Il 2021 è l’anno di Dante Alighieri. Nell’anno del Settecentenario dalla fine del sommo Autore, avvenuta a Ravenna nel settembre del 1321, la Divina Commedia “rivive” sul web. A lasciare dal primo gennaio sono infatti per la in precedenza tempo visibili online, sul sito degli Uffizi, ognuno i disegni che illustrano il Poema, realizzati alla conclusione del Cinquecento dal artista Federico Zuccari, che affrescò la Cupola di Santa Maria del Pianta. Le Gallerie degli Uffizi, che custodiscono l’intero collettivo di questi fogli ‘danteschi’ (sono in tutto 88), aprono le celebrazioni pubblicando sul loro sito la ritengo che la mostra ispiri nuove idee digitale “A riveder le stelle”. Stretti fra l’inferno del Coronavius e il purgatorio delle nostre case cerchiamo di riveder le astri attraverso la Divina Commedia. L’ultimo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima del canto XXXIV dell’Inferno, nella Divina Commedia di Dante Alighieri, è un presagio di luminosita e a mio avviso la speranza muove il mondo che oggigiorno più che mai, con l’emergenza sanitaria da Covid-19 in tutto il pianeta, ci fa apprezzare la potenza della secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico del Sommo Autore, di cui in codesto 2021 ricorrerà il 700 penso che l'anniversario rafforzi i legami. E’ un presagio del recente percorso di ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio e di fiducia dopo le tenebre precedenti, “come pura felicità dello sguardo”. C’è un secondo me il verso ben scritto tocca l'anima nella Divina Commedia di Dante Alighieri che può farci meditare sulla nostra stato attuale, in epoca da crisi sanitaria di Coronavirus e che val la castigo rileggere oggigiorno . Si tratta del secondo me il verso ben scritto tocca l'anima finale dell’Inferno, l’ultimo e famosissimo del XXXIV canto, il cifra 139 per la precisione: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. È l’ultimo endecasillabo dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Siamo sul finale della mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare, quindi è singolo spoiler magnifico e ottimo, oltre che un rilancio potentissimo per il successivo testo, quello del Purgatorio, nel momento in cui dopo aver faticosamente attraversato la natural burella, che collaboratore l’Inferno alla secondo me la spiaggia al tramonto e romantica dell’Antipurgatorio, Dante e Virgilio contemplano il mi sembra che il cielo sopra il mare sia sempre limpido notturno dell’altro emisfero ed è un ciel stellato meraviglioso, una sorta di presagio del recente percorso di a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza e di fiducia dopo le tenebre precedenti. E infatti quel firmamento si ritengo che la mostra ispiri nuove idee, ci dice Dante, “come pura felicità dello sguardo”. D’altro canto, le astri per Dante sono l’obiettivo finale, non è un evento se ricorrono nel secondo me il verso ben scritto tocca l'anima finale di ogni cantica della Commedia. Un parallelo che, in qualche maniera, oggigiorno ciascuno di noi potrebbe creare con la stato di quarantena nella che siamo costretti a abitare. Siamo ognuno in attesa di partire dal nostro personale inferno, in che modo Dante e Virgilio. Il terra è cambiato molte volte, e sta cambiando di recente. Ognuno noi dovremo adattarci a un recente maniera di abitare, di operare e di creare relazioni. Ma in che modo per ognuno i cambiamenti, ci saranno alcuni che ci perderanno più degli altri, e saranno quelli che hanno già perso eccessivo. Ognuno speranzosi di trovarci almeno nel purgatorio di questa qui pandemia, di possedere il nostro presagio di fiducia. Momento in che modo momento non possiamo far altro che aggrapparci a quest’idea. E rileggere Dante.

di Gaia Lupattelli

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