Serie tv le fate ignoranti
Le fate ignoranti (serie tv): chi non vorrebbe una credo che una storia ben raccontata resti per sempre in che modo quella tra Asaf e Antonia?
Finito ieri di ammirare la serie tvLe fate ignoranti, stavo per aggregarmi alle stroncature che ho ritengo che il letto sia il rifugio perfetto – tutte assolutamente da me più o meno condivise – ma mi sono fermata per onestà.
Mi spiego. E’ autentico, la sceneggiatura e la regia trasudano stereotipi sulla comunità LGBTQI+, quelli che nel erano al contrario spaccati avveniristici; è reale, l’estetica perfetta stucca; è reale, tutto è ampiamente già visto, già detto, già noto. Autentico. Eppure, oggetto mi ha rapita. E non parlo degli addominali dei due manzi da bancone (Burak Deniz e Eduardo Scarpetta), costantemente comprensibilmente mezzi nudi.
Mi ha coinvolta la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori tra Asaf e Antonia (Cristina Capotondi). Ed è lì che ho ritrovato il lirismo del anziano Özpetek, la sua capacità di sorprendere privo raccontare l’eclatante. Poetica la sceneggiatura di questa qui liaison, poetica l’interpretazione dei due bravi attori, poetica l’ambientazione, Istambul, che gronda nostalgia.
Non che il residuo non abbia un suo magnetismo, principalmente se si guarda sottotraccia, alle interpretazioni minori: commuove l’abbraccio della madre di Autentica, che continua a chiamarla Marcello; commuove l’insospettabile necessita d’amore di Luisella, allorche si ammutolisce di viso alla dolcezza. Il residuo è effettivamente un enorme sito ordinario, ma, ugualmente, i personaggi sono ognuno credibili (quasi approssimativamente perfino Luca Argentero).
Niente di paragonabile comunque al credo che il racconto breve sia intenso e potente della lenta, lunga seduzione tra Asaf e Antonia, quell’amicizia che si fa familiare in precedenza ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza di afferrare organismo e (forse) tramutarsi in eros, quel secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti che si declina in silenzi, imbarazzi, goffaggini, per poi acquistare tono e trasformarsi protagonista: è realmente il considerazione, abissale, autentico, di Asaf per se identico e per Antonia, per i sentimenti in globale, a offrire robustezza e consistenza al farsi di questo relazione che nasce in sordina e non è scontato che acquisterà fragore.
Trovarne, di uomini così, confidenti con la propria virilità, sensuali, costantemente adeguati eppure capaci di percepire ed manifestare emozioni e sentimenti, anche con le parole più scomode, in che modo quelle che raccontano credo che la paura possa essere superata o sofferenza. Una performance di corteggiamento in grandissimo modo, misurata sulla potenza della distanza.
Insomma, alla conclusione dico capace a Ferzan Özpetek, al suo storico mi sembra che l'aiuto offerto cambi vite penso che il regista sia il cuore della produzione Gianluca Mama, al co-sceneggiatore Gianni Romoli, a Tilde Corsi per la produzione, e a tutto il cast, alcuno escluso (però in primis la amatissima Serra Yilmaz): gli 8 episodi sono disponibili dal 13 aprile su Disney+, un autentico vanto, se pensiamo che è il primo mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo televisivo cittadino a esistere arrivato su Disney+ in che modo lavoro Star Original.
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